Lettera di Piergiorgio Licciardello

21 settembre 2010
Care amiche e cari amici.

Con la Direzione dello scorso 18 settembre si è concluso il percorso congressuale che ci ha visti tutti protagonisti nella campagna a supporto della mia candidatura a segretario provinciale del PD di Bologna.

Come avrete probabilmente già saputo sono stato eletto Presidente della Direzione con voto unanime da parte dell’assemblea. E’ il ruolo per il quale nell’Assemblea del 12 giugno scorso avevo manifestato pubblicamente l’intenzione di candidarmi, e che ritengo essere il più indicato per il rappresentante di una mozione che ha avuto, al centro della sua idea di PD, il recupero e la valorizzazione della Direzione come luogo di dibattito, formazione del pensiero politico e della «linea» del partito.
Il congresso è stata una grande esperienza in cui, nella diffidenza dei più, ci siamo distinti per coraggio, contenuti e stile. Abbiamo dimostrato che esiste un modo di esercitare la democrazia interna ad un partito senza che questo si traduca in una guerra tra bande. Un dibattito, quindi, che sia costruzione e non conflitto, confronto e non battaglia.

E’ questo stesso stile quello che tutti noi, io per primo, dovremo portare nel partito all’interno degli organismi di cui ciascuno di noi farà parte, a cominciare da quelli locali in cui siamo chiamati a operare.

Avere il coraggio di portare avanti le proprie idee senza la paura del confronto, senza sentirsi vincolati da presunti «sensi di responsabilità» che inviterebbero a fare un passo indietro all’insegna di un’unità più di facciata che di sostanza.

E’ con questo obiettivo che mi appresto a svolgere il mio ruolo di Presidente della Direzione provinciale.

Creare un luogo di discussione aperto, anche energico e appassionato, ma vero, dove le idee e le diverse linee di azione si confrontino trovando alla fine una sintesi che sia la linea condivisa del partito.
E’ proprio in quest’ottica che va letto il mio comunicato pubblico riferito alla ricostruzione fatta da alcuni organi di stampa (escluso il Carlino e poche altre eccezioni) della riunione del 18. Una difesa del diritto al dissenso e al dibattito come momenti di democrazia e di vitalità di cui essere orgogliosi e non come debolezze da nascondere al mondo, definendo come qualcuno ha fatto «masochismo» l’aver aperto le porte ai giornalisti. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi ma aprirci al mondo, ai cittadini, rendere il partito sempre più una casa dalle pareti di vetro.
Concludo questa breve comunicazione ringraziando tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, sperando di meritarmi da ora in avanti la fiducia che mi è stata accreditata.

E non senza un po’ di commozione, e con gli splendidi ricordi di questa avventura che mi accompagneranno sempre, vi saluto tutti, considerando da oggi concluso il percorso della mozione Licciardello. L’impegno politico di «Verso un Nuovo PD per Bologna», di cui il congresso è stato solo un passaggio intermedio, prosegue.

«Il bello comincia adesso», ha detto uno di noi al congresso. Quanto bello dipenderà molto anche da noi.

Con affetto

Piergiorgio Licciardello

1 Responses to Lettera di Piergiorgio Licciardello

  1. olindo ha detto:

    Chiedo scusa, vorrei se mi è permesso permeare le segreterie del partito con una proposta che possa dare finalmente alla città di Bologna amministratori nuovi con la voglia di imprimere un impulso verso tutte quelle richieste che ogni giorno ci circondano. Ritengo che il candidato ideale ovviamente alle primarie sia Piergiorgio Licciardello, i motivi sono facilmente chiari, siamo di fronte ad una svolta storica, la lega imporra’ uno dei suoi, il PD deve rispondere con altrettanta chiarezza candidando un giovane che lavora e non può essere attaccato e annoverato tra i professioni della politica. Oliamo questa macchina!

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